Come ogni anno, quelle dell’Università Statale di Milano sono tra le esposizioni più attese del Fuorisalone. Mostre, installazioni ed eventi che attirano professionisti e curiosi da ogni parte del mondo. Ma cosa ci riserva il Fuorisalone 2016 dell’Università Statale?
#Open Borders
Un evento per tre location: è Open Borders. Tra l’Università Statale – vero fulcro dell’iniziativa -, l’Orto Botanico di Brera e la Torre Velasca, numerose installazioni seguiranno il tema proposto dalla rivista INTERNI. Dall’11 al 17 aprile dalle 10.00 alle 24.00, e dal 18 al 23 aprile dalle 10.00 alle 22.00, le sale dell’Università ospiteranno tantissime attrattive. Noi abbiamo scelto le più interessanti.
Pick your climate
Carlo Ratti Associati, insieme a Transsolar, presenta nel Cortile d’Onore Pick Your Climate, progetto che illustra la possibilità di invertire il cambiamento climatico delle città. Città in cui, a causa degli effetti del riscaldamento globale, si vive sempre meno all’aria aperta e sempre più in spazi riscaldati o raffreddati in modo artificiale. L’installazione mostra la capacità delle nuove membrane fotoniche di riflettere le radiazioni solari, riducendo le temperature delle nostre città con zero consumo energico e costi idrici.
Empathic Fūkei
Inaugura l’11 aprile e si conclude il 23 l’esposizione di Empathic Fūkei, installazione progettata dalla designer spagnola Patricia Urquiola per Cleaf. All’ingresso dell’Aula Magna, è un’interpretazione del tema di INTERNI, “Open Borders”, e rappresenta l’apertura dei confini per mezzo di una sovrapposizione di materiali dagli inaspettati effetti grafici. É materica, Empathic Fūkei, ed è la dimostrazione del know-how di un’azienda leader nella produzione e la commercializzazione di superfici per l’industria del mobile e l’interior design. L’obiettivo? Stimolare il pubblico, introdurlo ad una nuova era di materiali fatta di superfici complesse e di tecnologie innovative.
Mostra Casetta del Viandante
Nel Cortile del 700, la mostra curata dall’architetto e designer Marco Ferreri interpreta il tema di Open Borders nell’ottica di un rinnovato contatto con la natura, riproducendo un modello di albergo diffuso a basso impatto ambientale, dedicato ai nuovi pellegrini. Quattro moduli abitativi autonomi di 9 mq ciascuno, realizzati in legno, ospitano due giacigli, un tavolo, due sedie pieghevoli, una cucina e un bagno. Ad alimentarli, pannelli solari, microelico e accumuli di acqua, energia termica ed elettrica.
Radura
Nel Cortile della Farmacia, Stefano Boeri Architetti presenta Radura, rappresentazione di uno spazio pubblico di decongestione dove fermarsi per qualche attimo. Uno spazio pensato per diluire l’intensità dei flussi e degli spostamenti, un cerchio composto da 400 colonne cilindriche in legno dal diametro di 10 cm l’una, fissate al suolo per mezzo di una pedana circolare alta 45 cm e dal diametro interno di 7 metri. Ferdinando Arnò ne ha curato l’installazione sonora.
La stanza del vuoto
Sempre all’interno del Cortile d’Onore, un’installazione a cura di Aldo Parisotto e Massimo Formenton: è La Stanza del Vuoto, ispirata ad una scena emblematica del film La Notte di Michelangelo Antonioni,“Giovanni tra presenza e assenza”. Attraverso la sua mini-architettura, il piccolo padiglione creato evoca la capacità del regista di smaterializzare i luoghi, di creare smarrimento e sorpresa. Il tutto, in un’atmosfera in bianco e nero che ben interpreta il concetto della stanza del vuoto, o del silenzio, con figure che affiorano come fantasmi.
Towers
Un volume cilindrico di 4,5 metri di diametro per 12 di altezza, al centro del Cortile d’Onore: è Towers di Sergei Tchoban, Sergey Kuznetsov e Agniya Sterligova. É un prototipo di torre, un punto di partenza per riflettere sulla natura dell’architettura. A dargli forma, 336 pannelli Led montati in sequenza, una tela interattiva per la grafica architettonica che diffonde video e disegni. I visitatori possono disegnare altre torri, utilizzando tablet e pennini a loro disposizione nei quattro angoli del cortile.
In/Out
Massimo Iosa Ghini dà voce al movimento dialettico tra corpo e mente, tra regola ed eccezione, tra individuo e collettività, tra naturale e artificiale, per esprimere il confino aperto entro cui si muove l’esistenza umana. L’installazione riproduce i volumi composti di due unità abitative semplici, intese come paradigma dei valori universali dell’essere umano. All’esterno, una superficie ondulata – creata da Ceramiche Cerdisa – si piega e si frattura aprendosi alla contaminazione e alle potenzialità del processo casuale di riconfigurazione. All’interno, un etereo rivestimento di piastrelle bianche.
Invisible Border
Realizzata in polimero ETFE sul lato Est del Cortile d’Onore, l’installazione di MAD Architects muta la percezione dello spazio grazie alla distanza dinamica tra facciata e superficie traslucida, e grazie al gioco di superfici in movimento. Attraversandola, il vento produce un suono inatteso. Il nuovo fronte della facciata riflette nelle ore diurne le sfumature del cielo, mentre nelle ore notturne diventa una superficie luminosa che accende il cortile di nuovi colori.
Design without Borders
Nella sala stampa dedicata ad Open Borders, l’architetto, designer e stilista polacco Mac Stopa ha creato un’installazione in equilibrio tra architettura, interior design, industrial design, moda e graphic design. Un’architettura nera e bianca dall’effetto tridimensionale è riempita con arredi colorati, realizzata su misura o firmati da aziende come Cappellini o NMC. L’obiettivo? Dimostrare che i mondi coinvolti sono tra loro privi di barriere.
Be Brazilian
Artigianato e alta tecnologia si incontrano nel design brasiliano, frutto delle molteplici influenze che ogni giorno vivono i suoi 200 milioni di abitanti. Be Brazilian – promossa da S/A Brazil – è un viaggio alla scoperta dei più interessanti creativi brasiliani (circa 40 fra progettisti e artisti già affermati, ma anche giovani di talento), con quelle loro opere fatte di lusso, di semplicità, sperimentazione e funzionalità.
Along the line of happiness
La scultrice Laura Ellen Bacon e il designer/maker Sebastian Cox insieme per Along the Lines of Happiness, un’installazione che è un esperimento sulla versatilità e le proprietà di alcune qualità di legno provenienti dagli USA: l’acero soft americano, il ciliegio americano e la quercia rossa americana. É una celebrazione della gioia di lavorare il legno, e di farlo con le proprie mani. Una struttura realizzata con tasselli in legno massello è pensata per ospitare al proprio interno i visitatori; lì accanto, un banco di lavoro celebra lo spettacolo del legno curvato per mezzo del vapore.
L’Art de la Photographie
Nella hall dell’Aula Magna, L’Art de la Photographie – realizzata da Alidem – recupera la modalità espositiva del Salon, precursore del Museo in cui le collezioni d’arte venivano trattate con lusso e prestigio. La fotografia viene presentata come installazione di design: scompaiono le gerarchie categoriali in favore di un’esaltazione della potenza della visione.