La sede di Trony in via Torino chiude, ormai è ufficiale, e sarà sostituita dal colosso dell’abbigliamento H&M. Il problema ora sono i 49 lavoratori che passano nuovamente da un esercizio commerciale all’altro rischiando di rimanere senza lavoro a causa degli affitti troppo alti dell’immobile.
Trony in via Torino chiude, arriva H&m
L’edificio di via Torino 38 è stato occupato da diverse attività in passato, tra cui la la Standa per 84 anni, la Fnac, il supermercato Billa e infine Trony che dopo aspri contenziosi con i sindacati assorbì i lavoratori del precedente esercizio commerciale. Il piano occupato dal Billa ha chiuso e le sessanta persone che ci lavoravano sono entrate in mobilità e poi sono stati licenziate. Infine, dopo appena tre anni, chiude i battenti anche Trony che non è riuscito ad ammortizzare i costi. Nonostante i residenti reclamino a gran voce l’apertura di centri aggregativi o gastronomie, aprirà una nuova sede del colosso svedese H&m.
Trony chiude a favore di Hm: paura per i 49 commessi
I 49 commessi di Trony stanno tremando pensando a cosa li aspetterà una volta che l’attività avrà chiuso i battenti. Sabrina Sudati, nel palazzo da 20 anni ha dichiarato:
Affettavo salumi in Standa, consigliavo dischi per Fnac, ora sono esperta di frullatori. Domani potrò occuparmi di gonne?. Non mi pesa cambiare, pur di mantenere un posto di lavoro.
Le fa eco la collega Michela Piacentini, 42 anni, che era libraia da Fna ed ora è cassiera:
Ho un bimbo piccolo, un mutuo e genitori anziani. Chi arriva deve prendersi in carico anche noi, altrimenti non entreranno. Da quando sono qui, siamo rimasti sempre sulle spine. Anche Trony ha fatto il passo più lungo della gamba.
E il segretario generale Marco Beretta:
È inammissibile che Trony pensi di vendere la licenza commerciale spoglia di lavoratori, semplicemente aprendo un procedimento di licenziamento collettivo. Ribadiscono come unica strada percorribile quella della rinuncia di ogni tutela prevista e non offrono adeguati incentivi o prospettive di impiego. Sono operazioni finanziarie che raggirano la responsabilità sociale e non tengono conto della condizione drammatica che investirà di qui a fine anno cinquanta famiglie.