Chiudono tre locali in Stazione Milano Centrale: sciopero contro i licenziamenti
Venerdì 17 gennaio si terrà uno sciopero nella Stazione Milano Centrale. La mobilitazione è stata indetta dai lavoratori della Sarf Spa, insieme ai sindacati, per protestare contro una serie di decisioni che potrebbero portare al licenziamento di quasi 70 dipendenti. Una situazione che colpisce non solo i lavoratori direttamente coinvolti, ma anche una fetta significativa dell’economia locale e della vita quotidiana dei pendolari.
I motivi della protesta
Alla base dello sciopero vi sono i rischi legati alla chiusura di tre locali gestiti dalla Sarf Spa all’interno della Stazione Milano Centrale. La decisione di Grandi Stazioni, che gestisce gran parte degli spazi commerciali all’interno dello scalo ferroviario, ha accresciuto l’incertezza tra i lavoratori, portando paura e preoccupazione per il futuro.
Questi locali, frequentati ogni giorno da migliaia di passeggeri, rappresentano non solo una fonte di lavoro per i dipendenti, ma anche un servizio di rilievo per chi transita per una delle principali stazioni ferroviarie italiane. Tuttavia, l’annuncio di chiusura sembra legato a una riorganizzazione generale degli spazi commerciali che punta a nuovi obiettivi, pur penalizzando chi da anni serviva i clienti con professionalità.
Le voci dei lavoratori
Gli operai e impiegati della Sarf Spa, in totale 68 persone, sono al centro della mobilitazione. Insieme ai sindacati, i dipendenti chiedono maggiore chiarezza sul futuro del loro lavoro e soluzioni concrete per il mantenimento dei posti di lavoro.
In una dichiarazione congiunta, i rappresentanti dei lavoratori hanno sottolineato come non ci sia stata sufficiente pianificazione per garantire la ricollocazione del personale. Il rischio concreto è che molti finiscano senza un impiego, in un momento già particolarmente critico per l’economia e il mercato del lavoro. Le richieste principali sono:
- Una revisione delle decisioni che portano alla chiusura dei locali.
- Garanzie per il ricollocamento del personale coinvolto.
- Maggiore dialogo tra Sarf Spa e Grandi Stazioni per trovare una soluzione condivisa.
Perché è importante
La Stazione Milano Centrale è un punto nevralgico non solo per la città di Milano, ma per tutto il Paese. Ogni giorno centinaia di migliaia di persone attraversano questa struttura, e i servizi offerti al suo interno sono essenziali per molti viaggiatori. La chiusura dei tre locali, oltre a rappresentare una perdita per i lavoratori, rischia anche di impoverire l’offerta commerciale della stazione.
Inoltre, questa situazione mette in evidenza un tema più ampio che riguarda la gestione degli spazi pubblici e il loro impatto sui lavoratori. Le decisioni prese da grandi società come Grandi Stazioni spesso hanno ripercussioni forti a livello locale, e questi lavoratori stanno cercando di far sentire la loro voce.
Lo sciopero del 17 gennaio
Le proteste raggiungeranno il loro culmine venerdì 17 gennaio, quando i lavoratori scenderanno in piazza per far valere i loro diritti e chiedere un futuro dignitoso. L’appuntamento, organizzato in collaborazione con i sindacati, sarà un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema e cercare di ottenere un dialogo costruttivo con tutte le parti coinvolte.
Per chi volesse partecipare o esprimere solidarietà, l’orario e il luogo dello sciopero saranno comunicati nei prossimi giorni tramite i canali ufficiali dei sindacati e delle associazioni coinvolte.
Un contesto che si ripete
Questa vicenda non è isolata. In altre città italiane, simili situazioni si sono verificate in passato, evidenziando la fragilità di molti contratti di lavoro nel settore dei servizi. La necessità di tutelare i diritti dei lavoratori appare oggi più urgente che mai, specialmente in un periodo di instabilità economica.
Tabella comparativa della situazione
Fattore | Dati principali |
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Lavoratori coinvolti | 68 dipendenti Sarf Spa |
Numero di locali chiusi | 3 locali |
Gestore degli spazi | Grandi Stazioni |
Data dello sciopero | 17 gennaio |
Richieste principali | Garanzie di lavoro e dialogo |
La nota diffusa da Grandi Stazioni Retail
In merito alla chiusura di tre esercizi commerciali situati all’interno della stazione Centrale di Milano in gestione a SARF, Grandi Stazioni Retail (GSR) ritiene opportuno fornire alcune precisazioni per chiarire la propria posizione.
Tali chiusure non sono riconducibili ad azioni o decisioni dirette della società, ma sono dovute esclusivamente alla conclusione dei contratti di affitto in essere, definita a seguito di un accordo transattivo con il soggetto affittuario, tramite il quale è stato definito il rilascio anticipato dei locali (meno di un anno rispetto alla naturale scadenza del contratto di locazione) a fronte di significative rinunce economiche da parte di GSR.
Grandi Stazioni Retail non ha alcun ruolo nella gestione diretta del personale impiegato presso tali esercizi, che dipende esclusivamente dalla società SARF, attuale gestore delle attività.
Grandi Stazioni Retail ribadisce il proprio impegno a contribuire alla crescita socio-economica e all’occupazione dei territori in cui opera, che si esprime nella creazione continua di numerosi posti di lavoro, fornendo nuove opportunità per la creazione di valore attraverso servizi sempre più innovativi e in linea con le esigenze dei viaggiatori e dei visitatori. Le risorse occupate dai diversi tenant negli spazi in gestione della società presso la stazione di Milano Centrale sono 1.100, impiegate nelle 130 unità commerciali presenti, affidate – come nelle altre 13 stazioni del network – alle migliori realtà italiane ed europee.
Inoltre, Grandi Stazioni Retail è costantemente al lavoro per individuare nuove opportunità commerciali che possano arricchire ulteriormente i servizi e l’offerta della stazione Centrale di Milano.
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Il futuro dei lavoratori coinvolti nella chiusura dei locali della Stazione Milano Centrale è incerto, e la mobilitazione del 17 gennaio rappresenta un momento cruciale per tentare di invertire questa tendenza. La speranza è che le parti interessate possano trovare un accordo che tuteli i lavoratori e, al contempo, preservi l’importante servizio offerto da questi locali alla città e ai suoi pendolari.