E’ uno sporco lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo.
Parliamo della raccolta dei rifiuti a Milano, operata da AMSA S.p.A., gruppo A2A, la multiutility nata nel 2008 dalla fusione tra AEM di Milano e ASM di Brescia, quotata a Piazza Affari, gigante da 5.4 miliardi di fatturato annuo.
Le 736.000 tonnellate annue di rifiuti (Milano e altri 10 comuni) vengono prelevate a domicilio dai 3.291 uomini di AMSA per mezzo di 1.320 camioncini verdi, in tutti i 272 kmq di Milano, settimanalmente o bisettimanalmente, a seconda della tipologia di scarto e della zona in cui si vive, ovviamente rispettando la raccolta differenziata effettuata dai cittadini (2.3 milioni) serviti.
Il 44.25% della spazzatura è avviata al riciclo, gran parte del rimanente viene incenerito nell’impianto Silla 2, attivo dal 2011, da cui si produce energia elettrica e calore per il teleriscaldamento di 20.000 abitazioni, ricavando 17 milioni di euro.
Nei primi sei mesi del 2014, la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti è salita al 50%, rendendo Milano la città più riciclona d’Italia e seconda in Europa, dopo Vienna (considerando i centri con più di 1 milione di abitanti): se il costo totale di questa attività ammonta a 30 milioni di euro, grazie alla possibilità di rivendere i materiali di scarto riciclabili, questa cifra scende a 16 milioni.
Ma tutto ciò non viene fatto gratuitamente: infatti, AMSA viene retribuita dal Comune di Milano per il servizio svolto con un importo pari a 286 milioni di euro annui, cirfra che comprende pulizia delle strade, cura del verde, rimozione neve, servizi ambientali generali. Questa montagna di denari è totalmente derivanti dal pagamento di Tares (come si chiamava l’anno scorso) e di Tari (new look della Tares per il 2014) che i cittadini hanno effettuato.
L’ affidamento, avvenuto mediante la sottoscrizione di un contratto di servizio tra che lega le parti, durerà fino al 31 dicembre 2016.
Fonte: http://www.chiamamilano.it/notiziario/544/3
Postato il 7.11.2014
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