Vi è mai capitato di passare per una piazza e scoprire che non è una piazza ma un viale? A Lambrate succede ogni giorno, proprio perchè via delle Rimembranze si chiama così ma in realtà è una piazza perfettamente circolare e pochi sanno dare una spiegazione, neanche i residenti che passano di lì più volte al giorno.
Perchè viale delle Rimembranze si chiama così?
La piazza viale delle Rimembranze unisce Lambrate di sotto e Lambrate di sopra, due parti che fino all’inizio del XX secolo erano divise e il nome “Rimembranze” fa riferimento al numero di abitanti di Lambrate che persero la vita sul fronte nella Grande Guerra, ben centoquattordici.
La piazza può tranquillamente essere definita come la porta d’ingresso di Lambrate ed è circondata da tre cerchi concentrici di platani (114, come i caduti in battaglia) che sono stati piantati per ricordare l’alto tributo di vite pagato dalla città durante la guerra. Era uso comune all’epoca ricordare i caduti con un monumento funebre ma il caso di Lambrate che adibì addirittura una piazza, è più unico che raro anche se ad oggi è diventato un luogo prevalentemente preso d’assalto dal traffico e attraversato della linea tranviaria 33. Tuttavia, per fare in modo che non venisse perduta la memoria sul perchè fu costruito questo rondò, si decise di apporre ad ogni platano una targetta con il nome di ognuno dei caduti in guerra. Sul sito twbiblio.wordpress.com si può leggere:
I caduti del Comune di Lambrate, annesso nel 1923 a Milano, morti nella Grande guerra furono 114. Per ricordarli fu creato il Viale delle Rimembranze di Lambrate. Ma, contrariamente a quanto avvenuto in altri luoghi, dove al posto di un monumento a ricordo dei caduti è stato realizzato un viale alberato e ogni pianta era a memoria di un caduto, a Lambrate il viale non fu alberato: lungo il suo asse venne sfruttato un rondò realizzato quale capolinea dei tram rondò viale rimembranzae su di esso furono piantati 114 platani. Sulla facciata della ex scuola elementare Maroncelli lungo il Viale, non sul rondò, vi sono due lapidi che riportano i nomi dei caduti, non tutti leggibili perché al solito, le corone messe annualmente ne impediscono la vista.Passati gli anni i platani sono cresciuti ma alcuni sono inevitabilmente morti. E poiché quel luogo della memoria a chi lo attraversava, passati gli anni, non evocava il significato di quei platani il Consiglio di zona 3, nel 2005, decise di ripristinare, sui tronchi dei platani, le targhette con il nome dei caduti, indicandoli anche in carattere Braille. Peccato che delle 114 targhe ne siano rimaste 16.
Oltre al problema delle targhe sparite resta quello del paesaggio deturpato dalla presenza selvaggia di auto parcheggiate senza alcun rispetto delle regole. Non solo, per accedere al parchetto è necessario superare un terreno abbandonato a se stesso. sterrato e fangoso e risulta difficile anche scendere dal tram poichè le auto vengono parcheggiate a ridosso della fermata del mezzo pubblico. In questo modo quindi viene meno l’importanza e il rispetto che si dovrebbe ad un luogo che inizialmente doveva essere di commemorazione a uno dei più cruenti avvenimenti dell’umanità.