Perché il Teatro alla Scala si chiama così?

Il 7 dicembre di ogni anno il mondo della lirica e della musica si da appuntamento a Milano, per festeggiare la famosa Prima della Scala, ma forse non tutti sanno perchè il Teatro alla Scala di chiama così.

Il Teatro alla Scala di Milano deve il suo nome alla piazza dove è stato costruito, l’omonima piazza della Scala. La piazza, a sua volta, si chiama così perché vi sorgeva, dal 1381, la chiesa di Santa Maria alla Scala. Questa chiesa prese il nome della sua committente, Beatrice Regina della Scala, discendente della dinastia veronese dei della Scala , oggi estinta.

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Perché il Teatro alla Scala si chiama così?

La storia

Beatrice Regina della Scala sposò nel 1345, a soli 12 anni, Bernabò Visconti, signore di Milano e gli diede 15 figli. Quando nel 1776 Maria Teresa d’Austria ordinò la costruzione del teatro, la preesistente chiesa, di stile gotico, fu abbattuta per far posto al nuovo tempio della lirica.  Il Teatro alla Scala di Milano  fu edificato in soli due anni (1776-1778) su progetto dell’architetto Giuseppe Piermarini. Doveva essere il più grande e la stessa Opera di Vienna venne poi costruita sul suo esempio.

Il teatro della Scala nacque dalle ceneri del Teatro Regio di Villa Reale, distrutto da un incendio il 23 febbraio del 1776. Danneggiato e ricostruito dopo i bombardamenti del 1943, è stato restaurato e ampliato tra il 2002 e il 2004. Nel 1778 l’architetto Giuseppe Piermarini portò a termine il teatro, che fu inaugurato il 3 agosto con un’opera di Antonio Salieri, L’Europa riconosciuta. Solo dal 1940 la Prima alla Scala si tiene nella sera del 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, patrono di Milano.

Curiosità del Teatro alla Scala

Il palchetto era di proprietà delle singole famiglie, una sorta di sovvenzione al teatro e ciascuna famiglia lo addobbava a piacimento. Anzi, dalla sontuosità del palchetto si riconosceva lo status sociale del proprietario. Solo la tendina, che dava sulla platea, doveva essere rigorosamente uniforme. Ma non è sempre stata rossa. Anzi, a metà Ottocento tutti i tendaggi erano azzurri.

Le 700 seggiole della platea, un tempo destinate alle classi “inferiori”, erano mobili così da poter essere facilmente spostate per far posto a un’area libera, dove si poteva ballare e partecipare a gare di equitazione. Nel ‘800, nel ridotto della Scala la bisca funzionava da mezzodì alle 4 del mattino.

Il palchetto n.13 non si sa esattamente a quale famiglia appartenesse ma certamente doveva trattarsi di gente curiosa. Il palchetto è interamente tappezzato di specchi, disposti con perizia, in modo da poter osservare ogni angolo del teatro e “spiare” le mosse di tutti.

Leggende

Leggenda vuole che il Teatro alla Scala ospiti il fantasma di Maria Malibran, celebre soprano del XIX secolo, morta giovane. Altri, invece, hanno “visto” qui lo spirito di Maria Callas.

Particolari

Una delle attrattive più note della Scala è l’enorme lampadario centrale, che conta ben 400 lampadine. Per dare un’idea delle dimensioni, basti pensare che nella coppa con cui è applicato al soffitto può entrare un uomo. Ebbene, non è tutto cristallo di Boemia: le cupolette sono di plastica, ma la decisione non è stata presa per motivi economici, bensì di sicurezza, perché altrimenti la struttura avrebbe raggiunto un peso eccessivo. Il lampadario che vediamo oggi non è quello originale ottocentesco, ma una copia, realizzata dopo i bombardamenti della II Guerra mondiale. Per pulirlo, occorrono venti giorni. Il “do di petto” del tenore Francesco Tamagno (1850-1902), tra i preferiti da Giuseppe Verdi, si dice fosse così potente da farlo tremare.

In passato

Fino al 2000, all’interno del complesso edificio c’era un piccolo teatro, chiamato la Piccola Scala. Dotato di soli 600 posti, originariamente era destinato all’allestimento di opere da camera moderne e al patrimonio melodrammatico antico. Inaugurata il 26 dicembre 1955 con il Matrimonio segreto, opera di Domenico Cimarosa, la Piccola Scala fu chiusa nel 1983 e definitivamente abbattuta, anzi inglobata nella Scala, con la ristrutturazione del 2000.

Musica

Il Teatro alla Scala è ottimo per la lirica, ma è solo discreto per la musica sinfonica, al punto che, secondo gli esperti, anche le orchestre migliori talvolta sembra che suonino con la sordina. La musica strumentale, infatti, necessita di un tempo di riverbero più lungo, e per ottenerlo si ricorre a strutture in grado di “rompere” il suono e diffonderlo in tutta la sala. Queste strutture mancano alla Scala.

La Callas individuò il punto preciso del palcoscenico da dove far arrivare la sua voce ovunque. Il famoso «punto Callas».

Tra il 2002 e il 2004 la Scala è stata ristrutturata ed ha il palcoscenico più avanzato de mondo. Il progetto dello svizzero Mario Botta ha aggiunto una torre scenica più grande, mentre un’avveniristica macchina scenica è stata realizzata dall’ingegnere Franco Malgrande. Ed è ora il nuovo cuore creativo della Scala di Milano: ha una movimentazione articolata che da 18 metri sotto terra – dove si prepara l’arredo – può portare le scene fino a 4 metri di altezza sopra il livello normale del palco

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