È partito tutto da un cartello, semplice nella sua forma ma piuttosto pesante nel contenuto, esposto inizialmente presso uno studio di un medico di famiglia vicino Niguarda; e poi diffusosi anche in altri ambulatori.
Il contenuto del cartello, come dicevamo, non è di quelli che passano inosservati: si invita a boicottare la riforma della sanità targata Roberto Maroni che riguarda la presa in carico dei malati cronici. Un nuovo modello che trasforma il medico in gestore e l’ospedale in erogatore di cure, dato che il paziente cronico si affiderà ad un medico, privato o pubblico che sia, il quale avrà il ruolo di andare a stilare inizialmente un piano di assistenza individuale; quindi, tramite la convenzione con un ospedale, anche qui pubblico o privato, questo gestore si occuperà di prenotare esami e visite necessari per la cura.
Una riforma per i malati cronici
Dato che si parla sempre di malati cronici, quindi pazienti piuttosto delicati, i dubbi che emergono sono differenti: ad esempio sarà interessante capire in che modo queste nuove figure di medici/gestori si comporteranno per quanto concerne le prescrizioni di cannabis medica: questione aperta in Lombardia e che riguarda proprio i malati cronici.
Perché le proteste di molti camici bianchi nascono proprio da questa natura ambigua della figura ideata: a loro dire si andrebbe a minare la “libertà di farsi curare secondo scienza e coscienza”. E, sempre secondo loro, il rischio sarebbe quello di generare una corsa al business da parte di soggetti privati per accaparrarsi la presa in carico del paziente.
Ecco perché in molti studi medici di Milano e non solo stanno iniziando a diffondersi questi cartelli con la scritta “Attento paziente, a breve riceverai una lettera della Regione Lombardia che ti invita ad affidare la Tua salute a un gestore.”
Come risposta, l’assessore alla sanità lombarda Giulio Gallera ha affermato di valutare eventuali sanzioni da prendere verso gli ospedali che lo hanno esposto o che lo faranno in futuro.
I perchè della protesta
Ma perché, secondo i medici che guidano la protesta, questo modello sarebbe deleterio? Nei cartelli apposti sono indicati una serie di punti critici oltre a quelli già citati: si parla di nessuna possibilità di cambiare le date di visite ed esami scelte dal tutor; di riduzione delle cure per dover rientrare in un budget prefissato; di dover firmare un contratto che limiterà le prestazioni sanitarie.
L’invito, piuttosto perentorio, dei medici riuniti in questa protesta è chiaro e diretto: “Non farti incantare e cestina la lettera” con riferimento alle missive che la regione sta inviando ai pazienti cronici per informarli delle novità.
Si parla di un bacino di utenza non da poco, visto che solo a Milano i malati cronici sono circa 430 mila; secondo i promotori della riforma, questi pazienti non dovranno più preoccuparsi di prenotare esami o visite visto che farà tutto il tutor.
Una questione che avrà sicuramente altri risvolti a breve: già lo scorso mese il Tar aveva respinto il ricorso presentato da alcuni sindacati di medici proprio contro questa legge. La protesta si è quindi spostata negli ambulatori, con gli avvisi affissi per i pazienti. E la Regione è ora pronta a perseguire questi comportamenti.