Ogni città nasconde dei misteri spesso molto antichi. Milano, conosciuta più per le sue attività commerciali ed economiche che per le sue bellezze artistiche, anche se non mancano: il Duomo, il Castello Sforzesco, Chiese, Basiliche, palazzi storici e Musei, ha la sua serie di luoghi misteriosi o molto particolari, spesso sconosciuti ai più. Ci sono ad esempio le case igloo o le case fungo e c’è la torre “prigioniera”. Il campanile di un’antica chiesa risalente all’anno 1000 in una zona allora rurale, con il trascorrere dei secoli è rimasto intatto, ma l’ampliamento architettonico della città l’ha chiuso tra i condominii, in pratica letteralmente imprigionato.
La storia delle torre ‘prigioniera’
La storia racconta che nell’anno 1000 in una zona chiamata dei Corpi Santi nella quale era situato il Borgo degli Ortolani, venne edificata la chiesa della Santissima Trinità che comprendeva il campanile, nel 1251 Papa Innocenzo IV la donò all’ordine degli Umiliati, nel 1616 un incendio distrusse la chiesa risparmiando il campanile. Dovettero trascorrere quasi due secoli prima della ricostruzione con relativo ampliamento della chiesa avvenuta a meta del 1800 e fu in quel periodo che il comune dei Corpi Santi venne inglobato nella città di Milano che nel frattempo si era estesa insediandosi nelle zone rurali.
Negli anni ’60 del ventesimo secolo, esattamente nel 1968, a causa di una massiccia speculazione edilizia la chiesa ancora intatta, che però intralciava la costruzione di nuovi palazzi, fu abbattuta per essere riedificata a poca distanza, ma grazie alla sopraintendenza che riuscì a bloccarne la demolizione, il campanile si salvò e il condominio presente attualmente, gli venne innalzato intorno e il Borgo degli Ortolani fu ribattezzato in via Giannone.
Negli ultimi decenni il campanile è stato “adottato” dal Gruppo Bordiga (gruppo per l’economia d’impresa) con sede nel palazzo di via Giannone, che però non ha mai effettuato ristrutturazioni e neppure tutela, infatti il campanile seminascosto da alberi e cancellate, è utilizzato per tenerci i cassonetti dell’immondizia del condominio e non è neppure valorizzato né segnalato quale reperto archeologico/turistico, con il risultato che pochissimi ne conoscono l’esistenza e ancora meno ne conoscono il valore storico.