Milano come New York con le Rotaie Verdi un progetto che vede come protagonista un grande parco, che collega gli scali ferroviari dismessi di San Cristoforo, Porta Genova e Porta Romana. La proposta è stata elaborata da Wwf Italia.
Rotaie Verdi è il progetto elaborato da Wwf Italia con il supporto di Fondazione Cariplo in partnership con Comune di Milano, Cooperativa Eliante e Rete Ferroviaria Italiana e consiste nella realizzazione di una immensa oasi naturalistica per collegare gli scali ferroviari dismessi.
L’idea è quella di sfruttare la fascia del rilevato ferroviario per realizzare un corridoio ecologico lungo i binari, ipotizzando su parte delle aree la nascita di oasi naturalistiche dotate di una natura più selvaggia che si integrino e interagiscano con le aree destinate a verde pubblico. Il recupero delle strutture ferroviarie in stretta e diretta connessione con la valorizzazione del verde urbano ha già dimostrato di essere una chiave vincente, basti pensare alla Promenade Plantée di Parigi, la passeggiata nel verde lunga 4,5 km realizzata lungo il tracciato di una vecchia linea ferroviaria sopraelevata, e all’High Line di New York, realizzata nel 1999 e divenuta in pochi anni uno dei luoghi più amati e frequentati della città.
Le varietà di specie vegetali presenti all’interno degli scali e lungo la cintura ferroviaria sud sono ben 368, pari all’81% del totale noto in tutta la città. Altrettanto ricca è la varietà di invertebrati, 64 specie e sottospecie, in particolare di insetti. Anche la presenza di anfibi, rettili, uccelli e mammiferi è variegata e comprende specie protette come il rospo smeraldino, alcuni rapaci e uccelli migratori.
«La presentazione pubblica di Rotaie Verdi – ha spiegato Paola Brambilla, delegata regionale del Wwf – si inserisce nel più ampio impegno del Wwf Italia sul consumo di suolo, climate change e resilienza dei sistemi naturali che si sta realizzando nell’ambito della campagna europea Save the Soil, di cui è uno dei soggetti promotori. RotaieVerdi è un esempio vivido di come la pianificazione e la progettazione urbana possono essere formidabili strumenti di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici; le aree dismesse urbane sono luoghi per nuove funzioni anche ecologiche: incrementare la resilienza urbana, attenuare il fenomeno dell’isola di calore, rivitalizzare le connessioni ecologiche. La convivenza tra un verde non addomesticato e ricco di vita non è in contraddizione con la presenza di altre strutture ed anzi è occasione per la definizione di linee-guida per la gestione naturalistica delle fasce di rispetto».
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