Milano, apre la casa rifugio per gay e sarà la prima casa-rifugio della città per ragazze e ragazzi omosessuali che vivono la loro condizione con disagio perché rifiutati o non accettati dalla famiglia o dalla gente o perché discriminati e isolati per il loro orientamento sessuale.
Il progetto è stato presentato a Milano durante il Festival dei Beni confiscati alle mafie e non si tratta di un progetto isolato. In programma infatti, anche l’apertura di una Casa “per la socialità dolce” e cioè per i malati di Alzheimer e la messa al bando di un autosilo con 70 posti auto e 10 posti moto.
La casa-rifugio sorgerà in un appartamento in via Sommacampagna, zona Maciachini, con la collaborazione dei centri antiviolenza e l’associazionismo Lgbt. Il progetto, avviato l’anno scorso dalla giunta Pisapia, si inserisce nel piano di conversione delle 163 unità immobiliari – tra appartamenti, negozi, cantine e box – confiscate e gestite da Palazzo Marino, ed è un esempio significativo dell’impegno concreto del Comune nei confronti di persone disagiate. Gli altri due immobili confiscati su cui si investirà sono ubicati in via Varesina, in una ex stazione di rifornimento divenuta in seguito autorimessa e intestata a un pregiudicato per traffico internazionale di droga, e in Largo V Alpini.
Il Festival dei Beni confiscati alle mafie, è un’occasione importante per non dimenticare la criminalità organizzata, non solo nel Sud Italia ma anche a Milano. Ma soprattutto è un’occasione di speranza, che corregge l’immagine di uno Stato troppe volte disinteressato ai problemi quotidiani di tante persone. La Regione Lombardia, infatti, ha firmato un accordo con l’Ansbsc, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata, con cui si incarica di creare un catasto georeferenziale di tutte le strutture sequestrate in Lombardia.
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