L’Idroscalo cambia nome, questo è il prezzo da pagare per la rinascita del parco. Il Gruppo Cap Holding, azienda a capitale pubblico che gestisce il servizio idrico nell’hinterland, ha presentato una proposta di sponsorizzazione che include anche il «re-naming» del parco.
«IdroCap»? «Idroscalo Cap»? Si vedrà se e quando sarà conclusa l’operazione, che al momento non comprende il bacino d’acqua ma solo l’area verde. Da un pò di tempo il famoso«mare dei milanesi» se la sta passando male. Il flusso dei finanziamenti è andato progressivamente prosciugandosi: in un lustro sono passati dai 3 milioni di euro del 2010 a circa 600 mila, un terzo del limite considerato minimo per garantirne il funzionamento.
L’anarchia e il degrado sono arrivati a mettere a rischio i campionati italiani di canoa, problema che potrebbe ripresentarsi in vista dell’edizione 2017. In tempi difficili per le casse pubbliche, lo sponsor privato sembra l’unica soluzione. Il valore del contratto avanzato da Cap è di un milione di euro l’anno per tre anni sotto forma di lavori. L’azienda si propone di curare la manutenzione ordinaria e la pulizia dell’area verde.
L’offerta prevede anche la promozione di manifestazioni sportive, eventi, concerti, spettacoli e attività didattica all’interno dell’Idroscalo e l’installazione di fontane e Case dell’acqua. In cambio Cap potrà abbinare il proprio nome a quello del parco in tutto il materiale comunicativo e su tutti i cartelli; rinominare alcuni immobili all’interno dell’area; personalizzare strutture e aree verdi; svolgere attività promozionale.
I lavori straordinari resterebbero invece in carico alla Città metropolitana, insieme ai servizi di sicurezza e guardiania. E, soprattutto, possibile nota dolente dell’operazione, Palazzo Isimbardi dovrà continuare a farsi carico della cura dell’invaso, compresa la difficile eliminazione delle alghe. Il percorso è comunque appena iniziato. L’offerta è stata presentata a metà novembre.
Per l’ex Provincia è «meritevole d’interesse» e l’ha pubblicata sul sito Internet. Se non dovessero arrivarne altre, fra un mese inizierà a negoziare i dettagli direttamente con Cap. E non è escluso che, a quel punto, l’ente possa chiedere che anche la manutenzione dello specchio d’acqua rientri nell’accordo. «Dopo la positiva esperienza di Expo 2015 – spiegano dalla società – l’Idroscalo rappresenta il luogo ideale per implementare le strategie aziendali sia in chiave di sostenibilità che di sviluppo e promozione dei servizi e del consumo dell’acqua del rubinetto, in continuità e sinergia con le attività svolte dalla Città metropolitana».