che ha visto coinvolti alcuni ragazzi minorenni.
Vogliamo denunciare l’episodio affinché certi situazioni che portano “all’emarginazione sociale” non si ripetano.Lo scorso giugno, mia nipote di 15anni è stata bocciata, insieme a lei altri 8 studenti. La ragazza frequentava la Fondazione Cova di Milano, un Centro di Formazione Professionale finanziato da Regione Lombardia.
Dopo aver appreso che la ragazza era stata bocciata, ci è stato comunicato che NON avrebbe potuto ripetere la classe seconda nella scuola di appartenenza e che avrebbe dovuto cercarne un’altra. La comunicazione ci è stata data esattamente dopo un mese dalla fine dell’anno scolastico.
A seguito delle nostre lamentele, in data 10 luglio, esattamente 45 giorni dopo la fine della scuola, la Fondazione Cova, ha proposto alla studentessa “minorenne” di ripetere l’anno scolastico esclusivamente in Regime Duale, “precludendole” la possibilità di tornare sui banchi di scuola come da diritto.
Tale comunicazione da parte della Fondazione Cova, non solo confermava la brusca interruzione del percorso formativo della studentessa, ma la obbligava, qualora volesse restare nella sua scuola, a modificarlo.
Di fronte a questa azione della Fondazione Cova e del lesivo ritardo nella comunicazione, ufficializzata quando le scuole meneghine avevano già chiuso le iscrizioni, noi familiari siamo stati costretti a iscrivere la ragazza, ripeto “minorenne”, in una scuola privata, facendoci carico dei costi.
Pensiamo che ci sia stata una violazione del diritto all’istruzione perché è diritto di ogni studente poter ripetere l’anno nella scuola di appartenenza.
Considerando poi che né a Milano né in provincia esistono scuole con lo stesso indirizzo, la studentessa è stata anche obbligata a cambiare tipologia di scuola.
Con questa segnalazione mettiamo in discussione la tempistica delle comunicazioni e le opzioni offerte da Fondazione Cova. Opzioni che hanno messo in difficoltà la studentessa e la sua famiglia. Minando gravemente il diritto allo studio e la sua dignità.
La ragazza si è sentita emarginata, diversa, esclusa, e hanno creato un forte disagio economico alla famiglia.
Questa è la fotografia chiara di quello che è successo. Vogliamo usare la nostra voce per difendere questi studenti minorenni vittime di tale ingiustizia.
Certi della vostra attenzione e sensibilità, saluto cordialmente
Monica C.