ansia da carovita

L’ansia da carovita: come affrontare i problemi psicologici legati all’aumento dei prezzi

Il continuo aumento del costo della vita sta mettendo a dura prova la serenità e il benessere psicologico di molte persone. L’impennata generalizzata dei prezzi di beni essenziali come cibo, gas, elettricità e carburante, unita alla stagnazione degli stipendi, sta generando incertezza sul futuro e ansia per il presente in fasce sempre più ampie della popolazione.

Vediamo quali sono i principali disagi psicologici legati al carovita e come è possibile affrontarli.

L’ansia per le spese impreviste

L’aumento repentino e consistente dei prezzi rende difficile programmare adeguatamente il bilancio familiare. Eventuali spese impreviste, anche di modesta entità, possono mandare in crisi i conti di fine mese.

Questa incertezza costante sulle possibili uscite genera uno stato di allerta e di ansia latente, che logora nel tempo. Per ridurre questo disagio è utile pianificare con cura le spese ordinarie, evitando gli sprechi, e creare un piccolo fondo di emergenza accantonando, quando possibile, una quota dello stipendio. Se l’ansia supera una soglia critica è bene rivolgersi a uno psicologo, si può cliccare qui per trovarli online nella zona di Milano, oppure rivolgersi a uno psicoterapeuta online (spuntando spesso un prezzo migliore).

Il senso di impotenza di fronte agli eventi

L’inflazione sembra un fenomeno incontrollabile, determinato da eventi globali e decisioni politiche in cui il singolo individuo ha poco potere. Questa percezione di impotenza di fronte alle circostanze può creare frustrazione e rassegnazione (si parla in certi casi di impotenza appresa).

Per superare questa sensazione negativa può essere utile concentrare le proprie energie su ciò che è effettivamente sotto il proprio controllo, come la gestione oculata delle spese domestiche e la ricerca di soluzioni creative per risparmiare.

Difficoltà a progettare il futuro

L’incertezza generata dall’instabilità dei prezzi porta a vivere alla giornata, rinunciando a programmare il futuro anche nel breve-medio termine. Risulta difficile pianificare l’acquisto di beni durevoli, una vacanza o il raggiungimento di obiettivi personali.

Per ridare prospettiva è utile concentrarsi sugli obiettivi prioritari e ricercare soluzioni flessibili, adattabili nel tempo alle possibili fluttuazioni economiche. Fissare traguardi raggiungibili a step può restituire la motivazione.

Senso di emarginazione sociale

Il carovita può costringere a tagliare le spese per svaghi, hobby, abbigliamento e tecnologia. Rinunciare a viaggiare, uscire con gli amici o acquistare beni considerati oggi indispensabili rischia di generare un senso di esclusione e diversità rispetto a colleghi e conoscenti.

Per evitare l’isolamento è importante coltivare relazioni autentiche, basate su interessi e valori condivisi più che sul potere d’acquisto. Essere aperti sulla propria situazione può aiutare ad attenuare imbarazzi e fraintendimenti.

Maggiore conflittualità familiare

La convivenza forzata e la riduzione delle attività ricreative possono acuire tensioni e conflitti nella coppia e tra genitori e figli. Le discussioni su come allocare le limitate risorse economiche rischiano di generare ulteriore stress.

Per evitare che la tensione si accumuli può essere utile parlarne apertamente, valutando assieme come organizzare la vita familiare in modo soddisfacente per tutti, dentro i vincoli economici esistenti.

Rabbia verso la politica

Di fronte a una situazione sociale complessa, con inflazione e recessione, è naturale provare rabbia verso la politica, considerata incapace di trovare soluzioni efficaci per i problemi della collettività.

Per non rimanere intrappolati in sentimenti negativi e controproducenti può essere utile informarsi in modo critico ed evitare generalizzazioni. Concentrarsi sui piccoli passi costruttivi che ognuno può fare nella vita privata e nella comunità può aiutare a canalizzare le energie in modo positivo.

Senso di fallimento personale

Per alcune persone, non riuscire ad «arrivare a fine mese» viene vissuto come un fallimento personale, una vergogna da nascondere. In realtà, in periodi di grave crisi economica, le difficoltà finanziarie dipendono da cause esterne e non sono determinate da limiti individuali. Sono molte le statistiche che mostrano come questo sia un fenomeno diffuso non strettamente legato a demeriti del singolo.

È importante non crogiolarsi in pensieri negativi e autocolpevolizzanti e cercare invece di reagire, facendo tutto il possibile per migliorare la situazione contingente. 

 

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