L’Adorazione di Dürer apre la stagione delle mono-opera

L’Adorazione di Dürer apre la stagione delle mono-opera nei chiostri du Sant’Eustorgio. Dopo “L’adorazione dei Magi” di Albrecht Dürer, il 1° dicembre sarà la volta dell’ «Adorazione dei pastori» del Baciccio nel museo di San Fedele e il 6 dicembre è la volta della «Madonna della misericordia» di Piero della Francesca a Palazzo Marino.

Tornano le mostre dedicate a un solo quadro: un ospite convocato eccezionalmente, da ammirare fuori da qualsiasi contesto, come un gioiello in uno scrigno. La formula sta riscuotendo molto successo. Eppure questo idea dell’esposizione della mono-opera non è stata pensata oggi, ma appartiene a popoli di un tempo. Come i  fiorentini, quando accompagnavano in processione la «Madonna Rucellai» dalla bottega di Duccio fino in Santa Maria Novella; o come i romani quando si accalcavano per vedere la bruna bellezza della Madonna dei Pellegrini issata da Caravaggio a Sant’Agostino.

Anche nel chiostro di Sant’Eustorgio il capolavoro di Dürer, prestato dagli Uffizi di Firenze, vuole segnare l’inaugurazione del nuovo «Complesso museale dei chiostri di Sant’Eustorgio» che, a quindici anni dall’apertura del museo Diocesano voluto dal cardinale Carlo Maria Martini, terrà insieme in un unico percorso cappella Portinari, museo Diocesano e basilica. Ma sarà anche l’occasione per esporre le reliquie dei Magi, strettamente legate alla storia di Milano. La tradizione vuole infatti che siano state donate nel IV secolo dall’imperatore di Costantinopoli a Eustorgio, vescovo della città. Trafugate nel XII secolo da Federico Barbarossa e portare a Colonia, all’inizio del Novecento furono in parte restituite grazie alla mediazione del cardinal Ferrari.

Allo stesso modo la tela di Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccio, genio barocco che a Roma ha affrescato la chiesa madre dei gesuiti con il «Trionfo del nome di Gesù», è inserita nel percorso museale di San Fedele, la chiesa milanese dei gesuiti, avamposto del dialogo fra spiritualità e arte laica contemporanea, tenuto vivo anche attraverso la galleria e un premio.

E infine, la «Madonna della misericordia» di Piero della Francesca che arriverà da Sansepolcro, collocata in sala Alessi, con la Vergine che apre il mantello per dare riparo a chi ha bisogno, diventa un’immagine icastica dell’impegno di accoglienza ai profughi svolto dalle istituzioni e dai cittadini milanesi.


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Scrivo di eventi su Milano, bevo caffè freddi e pratico il multitasking estremo tra figli vivaci e idee in fermento.

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