“Cristo in Pietà” del Bellini: si tratta di uno dei capolavori assoluti del maestro, esposto alla Pinacoteca di Brera, fino al 13 luglio 2014. Purtroppo su questo lavoro, valorizzato dal recente restauro, si conosce ben poco: non si sa chi sia il committente nè la sua storia antica. La datazione oscilla tra il 1460 e il 1470 . Il tema è rappresentato dal “Cristo morto”, raffigurato in modo estremamente originale, dai colori limpidi e un’abilità compositiva grazie a cui i tre personaggi del dipinto si trovano intimamente legati. La “pittura devozionale” di cui Bellini e considerato il rappresentante, nacque a Venezia nel XV°sec., con l’obiettivo di spingere i fedeli alla contemplazione e alla preghiera. Le sue origini derivano da un’antica tradizione orientale, diffusasi soprattutto a Venezia. Tra i suoi promotori troviamo patriarchi come Lorenzo giustiniani, fautore di una vita povera, dedita alla preghiera e all’impegno sociale. Conseguenza diretta sono le opere di artisiti come Mantegna e Vivarini, con la loro intensa drammaticità. Particolarmente commuoventi appaiono gli esempi tratti da Donatello, che ebbe un profondo influsso nell’Italia Settentrionale dal 1443 al 1453. Le sue invenzioni furono adottate anche dalla bottega di Bellini, diretta da Jacopo, padre di Gentile e Giovanni. Il tema del “Cristo in Pietà ” si rivcela particolarmente toccante, proprio secondo la tradizione dell’epoca.
Nell’opera si rivela subito la somiglianza sia dei tratti che dell’espressione di dolore tra Cristo e la Madonna: pare quasi che il Cristo, dopo tanto dolore, finalmente si abbandoni a Lei, la Madre, trovandovi il vero riposo e conforto, mentre S.Giovanni atteggia il viso in pianto. L’opera fu firmata dall’autore stesso con un distico in latino, che tradotto rivela: “Mentre gli occhi gonfi di pianto quasi emettevano gemiti, quest’opera di Bellini poteva piangere” . I verso originale proviene dalle”Elaegie” di Properzio, un codice manoscritto nel 1453, forse a Padova. La tavola viene messa in correlazione con quella di Rimini e quella del Museo Correr a Venezia, “il Cristo in pietà sorretto da due angeli”. Infatti questo tema in Bellini è stato posto come secondo solo a quello della Madonmna col Bambino.. Un altro grande esempio è la lunetta proveniente da Palazzo Ducale a Venezia, raffigurante ancora la Vergine, il cristo e S.Giovanni, con gesti ed espressioni estremamente drammatici: la Mdonna e Gesù paiono visibilmente uniti nell’amore dal pianto., perchè amore e dolore come sempre si fondono.
Così” la Madonna in Trono” che regge il piccolo Gesù, nella sua espressione immobile e raccolta, pare già pregare per il Figlio morto.
Grazia Paganuzzi