Un corpo esanime, dal pallore cinereo, sorretto dolcemente dalla piangente Madre che, travolta dallo struggimento, sembra volersi fondere con il volto del figlio, per un ultimo e tragico saluto terreno, sullo sfondo di una fredda alba di rinascita.
Poi, un’iscrizione, su un cartellino posto di fronte al sarcofago : “Se questi occhi turgidi evocano gemiti, l’opera di Giovanni Bellini potrebbe piangere“, così l’artista ha parafrasato un’elegia del poeta latino Properzio, intendendo sollecitare la partecipazione emotiva del riguardante nella celebre Pietà di Brera.
Dal 9 aprile al 13 luglio è ospitata presso la Pinacoteca di Brera una mostra dedicata a Giovanni Bellini (1433- 1516) , noto pittore veneziano rinascimentale.
Il percorso indaga, attraverso 26 opere, il tema dell’ Imago Pietatis con dipinti oltre che di Bellini, di altri importanti artisti come suo cognato Andrea Mantegna; presenti anche opere di Antonio Vivarini e Carlo Crivelli.
Bellini fu un pittore particolarmente religioso; trattò spesso soggetti sacri tra cui Pietà, Pale d’ Altare, Madonne con Bambino. Nelle sue opere perviene alla rappresentazione di un dolore personificato, commuovente, condiviso.
La sofferenza è sempre contenuta in forme controllate, in composizioni equilibrate permeate da un silenzio monastico, su sfondi paesaggistici spesso delineati da suggestive asperità mantegnesche che acuiscono il mistero e la malinconia delle immagini.
Nella mostra, viene messa a confronto la celebre Pietà di Brera(restauro concluso alla fine del 2012) con la tavola di Rimini e quella del museo Correr di Venezia.
Presente inoltre la celebre e suggestiva Pietà di Palazzo Ducale a Venezia, dove rispetto alle altre prevale maggiormente l’aspetto tragico.Viene ripresa in quest’ opera l’impianto del dipinto di Brera, ma qui la sofferenza più che trattenuta sembra quasi urlata dalle espressioni caricate delle figure.
Tutte queste opere sono accomunate dal taglio di tre quarti dei protagonisti che favorisce un avvicinamento emotivo al tema della Pietà portando quasi lo spettatore a immedesimarsi nel triste commiato .
Nel dipinto di Rimini il Cristo è contornato da quattro angeli :i toni si fanno più caldi e appare quasi un’immagine da sogno per la bellezza e dolcezza dei lineamenti delle figure; in particolare l’angelo di destra, vestito “all’antica”, non solo sorregge la mano a Gesù, ma guarda anche la sua piaga, tema caro all’iconografia bizantina.
Nella tavola dei Musei Vaticani il Cristo si trova tra la Maddalena, Nicodemo e San Giuseppe d’ Arimatea; la scena rappresenta il momento in cui il corpo di Cristo viene unto con oli e profumi prima di essere sepolto. Le figure,sono posizionate in uno spazio volutamente compresso per aumentare il senso di concentrazione drammatica e sono strette in un complicato intreccio di mani a voler sottolineare il raccoglimento, l’unione dei sentimenti nel tragico evento.
Nella Madonna del Magistrato de Mar, dell’ Accademia di Venezia, il Bambino viene raffigurato stretto nell’abbraccio della Vergine, entrambi hanno volti pensosi e seri, come a prefigurare la consapevolezza della futura morte salvifica di Gesù.
Nel percorso si possono ammirare anche preziosi disegni fra cui Cristo in Pietà fra Maria Maddalena San Giovanni e la Vergine della Galleria dell’ Accademia a Venezia del Mantegna e le due pietà di Rennes e del British Museum di Londra di Bellini.
Le opere di Giovanni Bellini affascinano per un potere quasi miracoloso delle immagini : una religiosità sentita, dove la pittura coincide con la realtà e le figure a mezzo busto appaiono come una frontiera ideale tra il nostro spazio e quello divino.
Mira Carboni
Sì, sono io
La mia foto però era un'altra….
Gentile Grazia, questo è il mio articolo..
ripeto che mi sono sbagliata ,la mia foto era un'altra e il mio artcolo aveva un altro titolo.Io ero appena enttata nel sito e non avevo cspito. Mi scuso ancora.