Piazza Filangieri 2. Indirizzo abbastanza anonimo e sconosciuto.
Invece è la sede di una istituzione milanese, che ormai è entrata nel linguaggio popolare per indicare quale sia la destinazione finale nel caso in cui venga commessa qualche azione illegale.
Parliamo del Carcere di San Vittore (San Vitùr per gli autoctoni), che si staglia nel centro della città di Milano dal 1879, anno in cui Umberto I, a capo del Regno d’Italia, ha provveduto ad inaugurarlo.
Composto da 6 raggi, ognuno dei quali formato da 3 piani, vede il II ed il IV essere chiusi in attesa dei finanziamenti per la loro ristrutturazione, con una capienza regolamentare di 712 persone.
Tuttavia, oggi sono recluse 833 persone (dati https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_data_view.wp?liveUid=2014DAPCARD&Nome=UFF57098 ), di cui il 63% extracomunitarie (Il Sole24Ore, 16 gennaio 2013).
Dal martedì a domenica, dalle 7 alle 13, possono incontrare i propri congiunti e, in qualsiasi momento, possono anche ricevere (e inviare) corrispondenza ma soprattutto pacchi, con vestiti, effetti personali, generi alimentari ma anche soldi, tramite bonifico su conto corrente intestato all’Amministrazione Penitenziaria che poi girerà il dovuto al beneficiario (4.32 milioni il totale dei versamenti 2009, secondo un indagine di Panorama): infine, possono anche disporre di un Servizio psicologico aperto 18 ore su 24 e frequentare lezioni per conseguire titoli di studio, di qualsiasi ordine e grado. Nel caso in cui abbiano seri problemi di salute, vengono trasferiti all’ Ospedale San Paolo di Milano, dove esiste un reparto apposito che nel 2013 ha curato 615 persone (Reparto V Medicina).
In circa 300 sono attivi in lavori di manutenzione, altri lavorano presso una cooperativa di sartoria dentro la struttura. Iniziative come quella denominata Libera scuola di cucina, hanno invece suscitato proteste nell’opinione pubblica e nei sindacati di polizia penitenziaria (che hanno ribattezzato ironicamente l’evento “San Vittèr”, parodia del nome della famosa bibita) in quanto, nell’ambito di tale progetto, le detenute della sezione femminile organizzano aperitivi ed happy hour a cui parteciperebbero anche persone provenienti dall’esterno, creando problemi per la sicurezza del sistema carcerario.
Gestito dal Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, tramite il Provvedimento Regionale per la Lombardia, il nome burocratico è Casa Circondariale di Milano – San Vittore: in quanto Casa Circondariale, in teoria ospita solo persone in attesa di giudizio oppure condannate a pene inferiori a 5 anni (o con meno di 5 anni di pena residua). Si differenzia dalle Case di Reclusione, in quanto queste invece sono dedicate ai condannati definitivi, anche se, a seconda delle esigenze, è possibile che tale suddivisione non sia rispettata.
Non solo il carcere ha visto la presenza di persone comuni, ma anche dei supermanager coinvolti in Mani Pulite, tant’è che il settimanale Cuore, riprendendo la pubblicità dell’agenzia di viaggi, ironizzò sul soggiorno obbligato che erano costretti a fare i rampanti finanzieri con il refrain “No San Vitùr? Ahi ahi ahi…”. E’, infine, da sottolineare il triste ruolo a cui i nazifascisti adibirono la struttura nella seconda guerra mondiale, luogo di torture e detenzioni inumane.