Apertura Uniqlo Milano, moda essenziale ed economica che nel 2017 aprirà proprio a Milano il suo primo negozio in Italia. L’azienda di fast fashion giapponese, propone capi casual funzionali ed essenziali, senza dover necessariamente inseguire le mode del momento.
Ecco come Silvia Schirinzi, una delle più importanti Style blogger & storyteller del momento, racconta la storia del marchio Uniqlo: “«Quando Jonathan Anderson, uno dei più promettenti stilisti che si occupa di due collezioni, la sua ed il marchio Loewe, a fine sfilata fa la sua timida comparsa a salutare il pubblico dal fondo della passerella, di solito indossa un paio di jeans, un maglioncino blu e un paio di sneakers bianche, la stessa divisa cui ci aveva già lungamente abituato Phoebe Philo da Céline. Capi basic, che appartengono a un guardaroba classico e senza fronzoli, magari un po’ noioso, ma sicuramente funzionale. Se sulle sneakers i veri accorti dello streetwear dimostrano ahinoi cenni di stanchezza, a causa della diffusione oramai epidemica di determinati modelli e la miriade di versioni presenti in commercio, sul jeans e il maglioncino blu possiamo star sicuri: rappresentano ancora una dichiarazione d’intenti in fatto di stile, in particolare se il pullover è di Uniqlo, il marchio giapponese di casualwear che del cashmere a buon prezzo ha fatto la sua fortuna e che arriverà in Italia nel 2017.”
Uniqlo nasce nel 1949 nella città industriale di Ube, prefettura di Yamaguchi, isola di Honshu, per volere di Hitoshi Yanai, che la chiama Ogōri Shōji. È una piccola ma solida azienda tessile a conduzione familiare, che nel 1972, con la morte di Hitoshi, passa nelle mani del turbolento figlio Tadashi, oggi l’uomo più ricco del Giappone, all’epoca giovane hippie il cui unico pensiero era quello di non lavorare un singolo giorno in vita sua. La sua entrata in scena nell’azienda del padre coincide con l’abbandono di sei su sette dei membri del consiglio direzionale: «All’epoca ero un tipo piuttosto arrogante e sei di loro decisero di andarsene, spaventati dall’idea che un giorno potessi diventare Ceo», ha raccontato lo stesso Yanai a Business of Fashion».
Oggi il sessantasettenne imprenditore è fondatore e presidente di Fast Retailing, la quarta compagnia di apparel al mondo, che comprende Uniqlo, Helmut Lang, Theory, Comptoir des Cotonniers e Princess tam.tam, il cui obiettivo dichiarato per il 2020 è quello di raggiungere i 50 miliardi di dollari di ricavi, con una precisa strategia di espansione che abbraccia Cina, Europa e Stati Uniti. Le collaborazioni saldamente avviate negli ultimi anni poi, in particolare quella con l’ex designer di Hermès Christophe Lemaire, che è a capo di una collezione permanente, hanno permesso a Uniqlo di costruirsi una piccola nicchia di affezionati che ne apprezza l’approccio democratico e che hanno fatto dell’apparel giapponese a prezzo contenuto una sorta di sfoggio sociale. Ecco perché Jonathan Anderson lo indossa a fine sfilata.