Anche Milano piange le sue vittime per il terremoto

Anche Milano piange le sue vittime per il terremoto che ha devastato una parte del centro Italia.

Quando la terra ha tremato, Lucrezia Rendina, studentessa milanese di 16 anni, dormiva a Pescara del Tronto con la mamma Pierina, di 51, insegnante di sostegno, originaria del posto ma poi trasferitasi a Milano. Sembra che le due donne fossero arrivate la sera prima del sisma per trascorrere qualche giorno di tranquillità insieme ai parenti. Chi le conosceva, non si capacita. «Siamo scioccati», dice Marisa Settembrini, vicepreside del liceo artistico di Brera, dove Pierina Rendina lavorava come insegnante di sostegno.

«Era molto attenta anche alle piccole cose – la ricorda una dipendente della scuola -. Quando parlava scandiva bene le parole e le sillabe per farsi capire sempre da tutti. Era molto precisa e riservata: non raccontava nulla della sua vita privata». Sulla Home page della scuola c’è un messaggio: «Tutta la comunità partecipa affranta al dolore dei familiari» e «ne ricorda con affetto la figura di professionista competente, sensibile e attenta alla crescita umana e alla formazione culturale degli alunni». Parole di cordoglio pure sulla pagina del liceo scientifico Bottoni, la scuola della sua Lucrezia, che tra pochi giorni avrebbe iniziato la terza liceo, promossa senza debiti.«Una ragazzina molto diligente», la ricorda con un filo di voce la preside Rita Donadei. «Era ancora una bambina». Più vicina al mondo dell’infanzia che a quello degli adulti, non smaliziata come certe adolescenti che si sentono già grandi. Non aveva neppure un profilo Facebook, Lucrezia.

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Scrivo di eventi su Milano, bevo caffè freddi e pratico il multitasking estremo tra figli vivaci e idee in fermento.

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