In questi giorni ha fatto scalpore una notizia che ha dell’incredibile: la corte di Milano ha infatti approvato, per la prima volta nella storia, l’adozione di una bambina a una coppia di donne lesbiche.
Per capire la portata storica di questa sentenza, facciamo un passo indietro raccontandovi la bella storia a lieto fine che ha coinvolto queste due mamme.
Tutto ha inizio nel 1999 quando, due nostre concittadine italianissime, iniziarono una relazione in terra spagnola che portò una delle due a desiderare di avere un figlio.
Così, nel 2003, la donna si sottopose alla fecondazione eterologa e partorì una bambina.
Il legame delle due donne si è successivamente consolidato in un matrimonio nel 2009 in Spagna e, l’anno successivo, la compagna della donna che aveva portato avanti la gravidanza riconobbe la loro bambina, diventando sua “madre biologica” a tutti gli effetti.
Ciò in Spagna fu possibile poiché la legislazione lì vigente prevede la validità di un’adozione da parte di una coppia formata da partner del medesimo sesso.
Tuttavia, il matrimonio ebbe vita breve e, nel 2013, le due donne hanno divorziato in terra iberica.
La donna adottante, volenterosa sia di tornare in Italia sia di tenere in adozione la figlia, si rivolse allora al tribunale dei minori di Milano richiedendo il riconoscimento della suddetta adozione anche nella sua terra natia. La sentenza emessa dai giudici fu però perentoria e l’adozione non venne riconosciuta.
La madre adottante tuttavia non si perse d’animo e presentò ricorso in appello e, a un anno di distanza, ha vinto e si è vista promulgare una sentenza datata 16 Ottobre 2015 in cui le viene riconosciuta la totale legittimità dell’adozione.
Siamo quindi arrivati ai giorni nostri e, ora, tocca parlare delle motivazioni che hanno portato i giudici a esprimersi in maniera favorevole.
I giudici della Corte d’Appello milanese hanno deciso di validare l’adozione in quanto hanno riscontrato che nei 12 anni di vita della bambina essa sia stata cresciuta, curata e amata dalla coppia di donne in maniera eccelsa, come solo due amorevoli genitori potevano fare. Inoltre, hanno ritenuto che invalidare un procedimento totalmente legale in un altro paese non fosse necessario e che avrebbe portato grave disagio all’interno di un nucleo familiare ben consolidato.
È superfluo aggiungere che l’Arci Gay si sia espresso in grida di giubilo davanti a una sentenza così innovativa e, il segretario del movimento Gabriele Pezzoni, ha visto in questa storia il primo passo verso qualcosa di più grande.
Non sono tuttavia mancati i pareri contrari; il più forte è stato quello espresso dal deputato di Forza Italia Luca Squeri che ha accusato i giudici di aver abusato del proprio potere decisionale in barba alla legislazione italiana che ha ancora molto da lavorare circa le adozioni gay.