L’inquinamento è una delle maggiori piaghe della nostra società, soprattutto nelle grandi città come Milano. Le amministrazioni non possono fare a meno di correre ai ripari per ridurre il quantitativo di smog nell’aria. Una delle politiche più utilizzata di recente – anche a Milano – è la diffusione delle “Zone 30“, delle vere e proprie isole antismog. Entro l’anno prossimo a Milano ci saranno sei nuove zone 30 in città. Vediamo come funziona.
Entro il 2018 sei nuove zone 30 antismog in città
L’amministrazione è stata molto chiara: è necessario ridurre ulteriormente i livelli di smog in città. A tal fine è stato predisposto il piano per la realizzazione entro il 2018 di ben sei nuove Zone 30 in città. Tale decisione conferma ancora una volta il cambiamento verso il quale sta andando la viabilità di Milano, sempre più ecosostenibile e sempre meno inquinante.
Tutti i dettagli a Seguire!
Zone 30: cosa sono
Le Zone 30 sono delle vere e proprie isole antismog all’interno delle città. Nelle zone 30 è possibile muoversi soltanto entro il limite dei 30 Km orari. Questo perché, la lentezza dell’andatura di auto e veicoli a motore in genere, consente di ridurre le emissioni inquinanti. Secondo il nuovo piano di mobilità voluto dall’Amministrazione del Comune di Milano, entro il 2018 saranno realizzate in città ben sei nuove Zone 30, tutte strettamente connesse con i tracciati delle nuove piste ciclabili, fornite dalle stazioni di bikesharing.
Zone 30: dove saranno
Secondo il nuovo piano di viabilità del Comune di Milano, entro il 2018 in città saranno presenti ben sei nuove Zone 30. Le sei isole antismog sorgeranno in diversi punti della città, tutti ben connessi alla rete delle piste ciclabili e al sistema di bikesharing. La costruzione delle Zone 30 è già stata parzialmente finanziata con 3 milioni di euro. Le sei nuove zone 30 sorgeranno:
- al Corvetto, nell’area di piazza San Luigi e via don Bosco;
- al Qt8;
- in via Padova;
- in Via Bovisa;
- a Giambellino;
- a Isola.
Zone 30: i tempi
I tempi previsti per la realizzazione delle sei nuove Zone 30 sono stimati attorno ai 2 anni. Secondo l’amministrazione tale tempistica è determinata dalla necessità di effettuare lavori strutturali di una certa importanza. L’amministrazione non vuole perdere tempo e sta già pensando a possibili nuove aree all’interno delle quali far sorgere altre Zone 30. Al momento sono state prese in considerazione l zone della cerchia Filoviaria 90-91, con perno le vie Bellezza, Colletta, Conservatorio, Damiano Chiesa, Fiamma, Morosini, Napoli, Pisacane, Sarfatti e Washington. Secondo quanto stimato da Palazzo Marino, la realizzazione delle nuove zone 30 porterà a un incremento del 25% delle aree a mobilità dolce in città.
La nuova viabilità di Milano
L’amministrazione comunale è fortemente decisa nel cambiare radicalmente la viabilità in città, seguendo una linea assolutamente ecosostenibile, che possa garantire una diminuzione dello smog e delle emissioni di Pm10 e polveri sottili. La realizzazione di sei nuove Zone 30 in città entro il 2018 è certamente riconducibile a questa nuova politica. L’obiettivo è quello di fondere il tracciato delle piste ciclabili a quello delle zone 30 in città, creando una trama fitta e continua che attraversa tutta la città, dalla periferia al centro, garantendo la piena sicurezza di ciclismo e pedoni. Una politica del genere trova conferma negli ultimi rilievi dei tecnici di Palazzo Marino, nei quali è stato registrato un calo dei livelli di Pm10 nell’aria e una riduzione delle polveri sottili sotto la soglia di guardia dei 50 mg/mc.
L’obiettivo del Comune
La politica di mobilità adottata dal Comune di Milano è tutta votata alla mobilità sostenibile. L realizzazione delle nuove zone 30 è funzionale proprio a questo. Ma l’amministrazione di Palazzo Marino vuole spingersi oltre e intende perseguire un obiettivo ben preciso: trasformare il concetto di zona 30 in città 30. Non è da escludersi che molto presto tutte le strade che non hanno un ruolo strategico nel veicolare il traffico in città, potrebbero subire un abbassamento dei limiti di velocità, come è già avvenuto nella rete interna della Cerchia dei Navigli. Sempre perché è stato provato che la percorrenza bassa velocità è funzionale a una riduzione delle emissioni inquinanti nell’aria.
Non ci resta dunque che aspettare per godere di un’aria decisamente più pulita e meno inquinata in città.