La Milano Food Week, la manifestazione TuttoFood e il Food Business Forum sembrano oggi essere tra gli eventi più interessanti della Lombardia: una serie di esposizioni, conferenze e occasioni di incontro che riportano al centro dei riflettori del capoluogo un argomento da sempre molto sentito tra gli italiani. Dall’attività quotidiana dei ristoratori milanesi, fino ai grandi risultati delle imprese che decidono di esportare all’estero le eccellenze dell’agroalimentare Made in Italy, l’importanza della filiera per l’economia locale e italiana è oggi innegabile. Dal settore dell’ortofrutta a quello dell’enologia, i produttori e le cantine del nostro Paese hanno saputo emergere nel contesto europeo e globale grazie a prodotti di qualità, raggiungendo risultati di vendita eccellenti. Non stupisce quindi il trend positivo dell’export agroalimentare, espresso nelle ultime recensioni basate sulle anticipazioni Istat: la vendita all’estero della filiera agroalimentare cresce del 7,8% rispetto allo scorso bimestre. Dati che dipingono un quadro favorevole, e che vengono approfonditi nelle recensioni di EGO International Group, compagnia riminese impegnata nella consulenza aziendale per l’export, che esprime sul suo sito e sulla propria pagina Facebook opinioni interessanti sul tema.
Quali sono i prodotti più esportati? I commenti di EGO International Group
Sono sicuramente i prodotti legati al territorio italiano e al tradizionale know-how del Paese a riscuotere più successo: formaggi, frutta, carni e vini impossibili da riprodurre all’estero, che permettono al cliente inglese, americano o cinese di gustare sulla sua tavola la genuinità e i sapori che caratterizzano la cucina italiana. Le analisi e le recensioni di EGOInternational Group, per esempio, indicano come il vino sia uno dei prodotti più apprezzati: le bottiglie italiane riscuotono ampio successo negli Stati Uniti e persino in Francia, due Paesi produttori e maggiori competitor del nostro Paese. Secondo i dati riportati da EGOInternational Group, l’export di vino ha oggi superato i 12 milioni di euro. Importante anche l’industria casearia, che può vantare prodotti unici, oggi conosciuti tra i clienti di tutto il mondo. Recentissime le opinioni positive dell’assemblea del Consorzio a Desenzano del Garda, pubblicate da EGOInternationalGroup, che indicano come il Grana Padano sia oggi il prodotto DOP più consumato al mondo: un risultato eccezionale per un prodotto originario del Milanese. Un risultato chiaro anche se si guarda ai numeri delle esportazioni, cresciute di oltre il 5%, e che rappresentano il 40% di tutte le forme prodotte. È d’uopo precisare che, con un’offerta di questo tipo, è chiaro che molto del successo dell’agroalimentare all’estero sia dovuto alla capacità delle organizzazioni imprenditoriali e dei consorzi di proteggere i loro prodotti assicurandone l’originalità. Fornire al cliente la garanzia di un acquisto sicuro e autentico è un aspetto fondamentale nella vendita, all’estero come nel mercato domestico.
I pareri di EGO International Group su clienti e mercati esteri
Formaggi, vini, ortaggi, pesce: l’offerta agroalimentare italiana è estremamente variegata. Un punto di forza che permette di competere con successo nei più diversi mercati. In cima alla classifica ci sono i Paesi dell’Unione Europea, favoriti naturalmente dalla vicinanza geografica, dalle minori barriere culturali e dalle regole interne che ne fanno dei mercati più semplici da affrontare. Molto dipende però dal prodotto che si vuole osservare. Spagna e Ungheria, indicano le recensioni di EGO International Group, sono destinazioni favorevoli per la carne e il pesce italiano, mentre i produttori di olio e le cantine possono guardare con fiducia agli Stati Uniti. Superano i confini europei anche il caffè italiano, la frutta e il cioccolato, venduti rispettivamente in Cina, Arabia Saudita e Turchia. Nel commercio globale di prodotti agroalimentari, il nostro Paese gioca dunque la parte del leone: un punto di forza da non sottovalutare per la nostra economia, che offre alle aziende del settore margini di crescita importanti e al territorio prospettive di sviluppo sicuramente positive. L’augurio è quindi quello di fare di Milano una piccola capitale del food italiano, e di sfruttare il prestigio, le infrastrutture e la capacità della città di fare impresa per confermare la qualità della filiera agroalimentare italiana nel contesto internazionale.