San Bernardino alle Ossa è una delle chiese più strane di Milano in quanto le sue pareti della cappella interna sono rivestite da teschi e ossa umane, creando uno scenario suggestivo e inquietante.
Nel 1127 venne costruito un ospedale davanti alla basilica di Santo Stefano Maggiore, nell’odierna via Brolo, destinato alla cura dei lebbrosi e un cimitero per accogliere i corpi dei malati. Il cimitero divenne presto insufficiente e nel 1210 venne costruito una nuova struttura per ad accogliere le ossa al fianco del quale, nel 1269, sorse una chiesa.
Nel 1642 il campanile della basilica di Santo Stefano venne distrutto da un incendio e la chiesa venne ristrutturata pochi anni dopo da Carlo Buzzi, uno degli architetti della Fabbrica del Duomo, che intervenne anche sull’ossario, decorando le sue pareti con teschi e tibie umane recuperate dai resti del vicino cimitero.Un altro incendio, nel 1712 distrusse la chiesetta originaria e Carlo Giuseppe Merlo, anch’egli architetto della Fabbrica del Duomo, si occupò della sua ricostruzione. Questa chiesa fu collegata alla chiesetta originale e venne scelto San Bernardino da Siena come santo patrono.
Le pareti interne dell’ossario sono quasi interamente ricoperte di teschi ed ossa che si trovavano già nell’antico edificio assieme a quelle che vennero riesumate nei cimiteri abbandonati dopo la chiusura dell’ospedale locale, avvenuta nel 1652. Ci sono molte leggende legate alla provenienza di tali ossa ma con tutta probabilità esse risultano appartenere ai pazienti morti dell’ ospedale del Brolo, ai priori che lo dirigevano, ai condannati alla decapitazione e ai carcerati morti nelle prigioni dopo il 1622.