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Milano fa poker: anche nel 2017 è la città più smart d’Italia

Trasformazione digitale, crescita economica, investimenti in ricerca e innovazione, mobilità sostenibile e, non ultimo, partecipazione dei cittadini e nella gestione dei beni comuni: sono questi gli assi nella manica che consentono a Milano di mantenere, per il quarto anno consecutivo, la testa della classifica delle città più smart d’Italia, nonostante il recupero di Bologna che ha praticamente azzerato il divario con il capoluogo lombardo.

Quarta vittoria consecutiva per Milano

A fare luce sulle performance delle città italiane e analizzare quali sono più vicine ai bisogni dei cittadini, più inclusive, più vivibili è, come ormai di consueto, il report iCity Rate 2017, che ogni anno viene realizzato da Fpa, società del gruppo Digital360: i criteri per questo dossier sono ben 113, divisi in 15 dimensioni urbane che definiscono traguardi e ambiti di intervento per i Comuni (come contrasto alla povertà, livelli di occupazione, gestione rifiuti e verde pubblico, nonché attività per perseguire la trasformazione digitale).

Primato intaccato

E se l’anno scorso, come raccontato anche nel nostro articolo, Milano aveva distanziato nettamente le altre concorrenti, il divario in questo 2017 è stato inferiore, anche perché Bologna e Firenze hanno recuperato sfruttando i punti di debolezza della nostra città, e in particolare, il consumo di suolo (indicatore in cui il capoluogo meneghino si ferma al 97esimo posto) e la qualità dell’aria (dove invece è 98esima su 106 Comuni in totale).

I punti di forza della città

Concentrandoci invece sui punti di forza di Milano, nel report si legge che – oltre alle dimensioni economiche che sono ormai note – la città vanta prestazioni d’eccellenza a livello italiano per alcuni asset importanti per lo sviluppo urbano del futuro, come la mobilità sostenibile, l’innovazione sociale, il ricorso dell’amministrazione agli strumenti di partecipazione e gestione dei beni comuni, la progettazione innovativa per lo sviluppo urbano e gli interventi in digital trasformation.

Milano (e i milanesi) sono smart

Interessante proprio l’analisi sul comportamento digitale della città e dei suoi abitanti: a fronte di una copertura ancora non particolarmente estesa del territorio (solo il 10,7 per cento di unità immobiliari raggiunte dalla banda ultra larga a 100 Mega al secondo, contro una media italiana nei Comuni capoluogo che arriva al 99,7 per cento), Milano ribalta completamente quando si osserva il tasso degli abbonamenti in banda ultra larga in percentuale sulla popolazione residente. Quasi dieci cittadini meneghini su cento, infatti, hanno puntato su Internet veloce, mentre in Italia la media è appena dell’1,4 per cento.

Grande interesse per Internet veloce

Questa “forbice” si spiega in vari modi, soprattutto se valutiamo il contesto nazionale: gli interventi infrastrutturali per la copertura del territorio si sono concentrati negli ultimi anni principalmente su zone differenti dello Stivale, Sud in testa, e quindi Milano non è ancora del tutto “cablata”. Allo stesso tempo, però, si sono diffuse anche in città le connessioni proposte da operatori privati, come Eolo, che con la sua offerta Internet 30 Mega garantita da un sistema wifi radio ha intercettato l’esigenza dei cittadini “smart” di poter avere a disposizione un collegamento veloce alla Rete.

Ridurre i difetti per continuare a vincere

In definitiva, l’iCity Rate 2017 descrive un quadro con molte luci per Milano, ma invita anche a non trascurare le ombre che gravano sulla città: in particolare, se è vero che il centro meneghino è trainato dal dinamismo economico, dalla capacità di innovare processi decisionali e servizi, confermandosi come la più solida “piattaforma abilitante” del Paese, è altrettanto evidente che sul territorio si sconta ancora un disallineamento con la sostenibilità ambientale e, in parte, anche sociale. Per fare cinquina e rintuzzare l’attacco di concorrenti “agguerrite” come Bologna e Firenze bisognerà invertire la rotta su questi indicatori.

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